Le scale interne riducono la connessione tra i piani superiori e la vita della strada a tal punto da poter causare enormi danni sociali.

quindi:

eliminare, per quanto possibile, le scale interne negli istituti. Collegare tutte le famiglie autonome, i servizi pubblici e i gruppi di lavoro nei piani alti degli edifici direttamente al suolo. Farlo creando scale aperte che si accedono direttamente dalla strada. Mantenere il tetto della scala coperto o scoperto, a seconda del clima, ma in ogni caso lasciare la scala aperta a livello del suolo, senza porta, in modo che la scala sia funzionalmente una continuazione della strada. E non costruire corridoi al piano di sopra. Invece, creare terrazze aperte o un arcata aperta dove le unità al piano di sopra condividono una sola scala.
  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Il semplice fatto è che un appartamento al secondo piano di un edificio è meraviglioso quando ha una scala diretta sulla strada, e molto meno meraviglioso quando è solo uno dei diversi appartamenti serviti da una scala interna. La seguente, forse piuttosto laboriosa, discussione è il nostro sforzo per spiegare questa intuizione vitale e comune.

    In una cultura tradizionale in cui gli edifici sono costruiti incrementalmente, le scale esterne che portano ai piani superiori sono comuni. E le scale “semi-esterne” – protette da muri e tetti, ma comunque aperte alla strada – sono anche comuni.

    Al contrario, nelle società industrializzate e autoritarie la maggior parte delle scale sono scale interne. L’accesso a queste scale avviene da hall e corridoi interni; i piani superiori sono tagliati fuori dall’accesso diretto alla vita della strada.

    Questa differenza non è un effetto collaterale casuale delle leggi antincendio o delle tecniche di costruzione. È fondamentale per la differenza tra una società anarchica libera, in cui c’è uno scambio volontario di idee tra pari, e una società autoritaria altamente centralizzata, in cui la maggior parte degli individui è subordinata a grandi organizzazioni governative e commerciali.

    In effetti, stiamo dicendo che un’entrata centralizzata, che convoglia tutti in un edificio attraverso di essa, ha nella sua natura i tratti del controllo; mentre il modello di molte scale aperte, che si diramano dalle strade pubbliche, direttamente alle porte private, ha nella sua natura il fatto dell’indipendenza, dei liberi andirivieni.

    Possiamo vedere questo più facilmente nei casi in cui la porta centralizzata è, senza dubbio, una fonte di controllo sociale. Nei luoghi di lavoro con un ingresso centrale e un timbracartellino, i lavoratori timbrano l’entrata e l’uscita, e devono dare spiegazioni quando escono in un momento che non è normale. In alcuni tipi di alloggi per studenti, alle persone viene chiesto di firmare l’entrata e l’uscita; e se non tornano entro l’orario di “blocco”, sono nei guai.

    Poi ci sono casi in cui il controllo è più sottile. In un condominio o in un luogo di lavoro dove tutti sono liberi di entrare e uscire come desiderano, non è raro che la porta principale sia tenuta chiusa a chiave. Naturalmente, i residenti hanno una chiave per l’edificio; ma i loro amici no. Quando la porta d’ingresso è chiusa a chiave – dopo l’orario normale, diciamo – sono effettivamente tagliati dal “passare di sorpresa” spontaneo che può avvenire liberamente solo dove tutti i percorsi sono pubblici fino alle soglie del territorio privato.

    Poi c’è il fatto ancora più sottile che, anche quando l’ingresso centralizzato non comporta una politica esplicita di controllo sociale – diciamo che è una porta che è sempre aperta – dà comunque una sensazione di disagio alle persone che tengono alla libertà fondamentale. L’ingresso unico e centralizzato è il preciso modello che proporrebbe un tiranno che volesse controllare gli spostamenti delle persone. Fa sentire a disagio vivere con una tale forma anche quando la politica sociale è relativamente libera.

    Questo può facilmente sembrare paranoico. Ma il punto è questo: socialmente, una società libertaria cerca di costruire per sé strutture che non possono essere facilmente controllate da una persona o da un gruppo “al timone”. Cerca di decentralizzare le strutture sociali in modo che ci siano molti centri, e nessun gruppo possa acquisire un controllo eccessivo.

    Un ambiente fisico che sostiene lo stesso ideale libertario certamente porrà un’enfasi su strutture che permettano alle persone di entrare e uscire liberamente come desiderano. E cercherà di proteggere questo diritto incorporandolo nel piano stesso degli edifici e delle città. Quando ci sentiamo a disagio in un edificio che è spazialmente sovra-centralizzato e autoritario, è perché ci sentiamo non protetti in questo modo; sentiamo che uno dei nostri diritti fondamentali è potenzialmente vulnerabile e non viene pienamente affermato dalla struttura fisica dell’ambiente.

    Le scale aperte che agiscono come estensioni del mondo pubblico e che raggiungono fino alla soglia dello spazio di ogni famiglia e di ogni gruppo di lavoro risolvono questo problema. Questi spazi sono quindi collegati direttamente al mondo esterno. Le persone per strada riconoscono ogni ingresso come il dominio di persone reali – non il dominio di aziende e istituzioni, che hanno il potere effettivo o potenziale di tiranneggiare.

    Dove la scala arriva a terra, crea un ingresso che aiuti a riparare la famiglia di ingressi già presenti sulla strada – FAMIGLIA DI INGRESSI (102); trasforma i pianerottoli e la sommità della scala, dove arriva al tetto, in giardini dove possono crescere piante e dove le persone possono sedersi al sole – GIARDINO SUL TETTO (118), POSTO SOLEGGIATO (161). Ricorda le SEDUTE SULLA SCALA (125), e costruisci la scala secondo il VOLUME DELLA SCALA (195).


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977

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