Dove dormiva l’imperatore?

Dove dormiva l'imperatore Adriano? e dove mangiava?

Vi risparmio tutta la pappardella su Adriano. Sta di fatto che si è fatto costruire la “villa” più bella e sfarzosa mai vista, e gigantesca .

E vorrei tralasciare le contingenze corporali, di cui mi auguro la villa imperiale fosse fornita in ogni angolo per offrire ristoro alle incontinenze imperiali.

La mia curiosità si concentra su alcune, poche, esigenze quotidiane, che pur nella differente epoca storica e nelle condizioni generali sicuramente molto diverse da oggi, restano immutabili nella natura umana: dove dormiva l’imperatore? e dove mangiava?

Sono le due funzioni elementari, contrapposte, immutabili, della condizione umana: la partecipazione all’evento sociale e la solitudine del riposo.

La villa imperiale di Tivoli, vista in pianta, sembra un affastellarsi disarticolato di spazi di ogni dimensione, da microscopici a giganteschi. Parla sicuramente una lingua a noi sconosciuta. Ma un indizio, per cercare di decifrarla, ce lo abbiamo:

https://www.meteoweb.eu/2021/02/scoperta-archeologica-villa-adriana-tivoli-triclinio-acqua-colazione-imperatore/1547200

Era davvero un uomo come noi, si svegliava la mattina e faceva colazione.

Ma immaginiamocelo, Adriano, alla fine di una giornata passata in giro per la residenza, in attività sia pubbliche che private. Aveva fame. Va bene, era l’imperatore e tutto era sotto il suo pieno controllo, ma aveva fame. Quindi, siccome era anche un po’ preveggente, aveva ordinato un banchetto in onore della visita di non so quale ambascatore dall’oriente e ora, desideroso di riposo e di relax – diremmo noi oggi – ovvero di quel doveroso otium che contraddistingueva il comportamento romano, convergeva verso il triclinium imperiale, ovvero la sala da pranzo, posizionata sul bordo di una scarpata con una vista mozzafiato. Adriano sapeva che il teatro della natura è il più spettacolare di tutti e aveva disposto, forse con una certa semplicità, ma con sicuro effetto, il centro della vita sociale – il triclinium dell’imperatore – nel punto A.
La storia non ci tramanda il nome o i nomi degli architetti che progettarono la villa, la sua progettazione, disposizione e consistenza sono attribuite ad Adriano stesso, ma possiamo ben immaginare che un gruppo ben affiatato con un supervisore generale fossero all’opera, pur sotto la sua diretta autorità, ma di fatto esprimendo le loro speciali abilità. Ed erano bravissimi. Hanno lavorato in una straordinaria sinergia – diremmo sempre oggi.

Ora, se facciamo un balzo di qualche ora, Adrianno ha sonno, è preso dal desiderio di coricarsi e si dirige sotto un cielo di stelle al punto B.

Siamo nel Serapeo. In fondo al Canopo. Ecco, in quelle ore, l’imperatore, percorre quel percorso, da A a B, attraverso un miriade di possibili alternative e in spazi sempre più riservati. Ogni giorno puo’ fare un percorso diverso, ma sono circa 600 metri, in linea d’aria. Fatti di buon passo, sono 6 o sette minuti. Fatti, con calma, chiacchierando, passando per piccoli locali segreti dove si esibivano meraviglie, ci voleva un quarto d’ora, più o meno. Ma senza fermarsi.

Adriano non aveva idea di quante stanze ci fossero. E aveva solo una vaga idea di quanta gente ci fosse a popolare tutte quelle stanze. Intorno a lui c’era una distanza di sicurezza e visiva che faceva sì che l’imperatore, pur sapendo di essere costantemente controllato, aveva l’impressione di essere sempre solo, con vicino solo coloro con cui voleva parlare.

E ogni mattina, e ci si svegliava presto allora, sulla via verso le biblioteche e i convivi che lo attendevano, c’erano le terme, e non una, ma due, e poi un percorso che portava al Teatro Marittimo, il centro meditativo della residenza, il luogo di ogni luogo, Adriano ricordava un racconto udito da ragazzo da un messo siriaco su una casa degli dei costruita su un’isola, con grandi pilastri di pietra e orientata secondo le stelle. E ora Adriano si ritirava tutte le mattine a meditare sulla sua Isola Asse Del Mondo.

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