Un uomo che passa la notte in un posto straniero è ancora un membro della comunità umana, e ancora ha bisogno di compagnia. Non c’è motivo per cui dovrebbe strisciare in un buco e guardare la TV da solo, come si fa in un motel lungo la strada.

quindi:

Rendi la locanda del viaggiatore un luogo dove i viaggiatori possono prendere stanze per la notte, ma dove – a differenza della maggior parte degli hotel e dei motel – la locanda trae tutta la sua energia dalla comunità di viaggiatori che sono lì ogni sera. La scala è piccola: 30 o 40 ospiti in una locanda; i pasti sono offerti in comune; c’è anche un grande spazio circondato da letti nicchie.

  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    In ogni epoca, tranne la nostra, l’osteria era un luogo meraviglioso dove gli sconosciuti si incontravano per una notte, mangiare, bere, giocare a carte, raccontarsi storie e vivere avventure straordinarie. Ma in un motel moderno ogni briciola di questa avventura è persa. Il proprietario del motel presume che gli sconosciuti siano spaventati l’uno dell’altro, quindi si adatta alla loro paura rendendo ogni stanza completamente autonoma e autosufficiente.
    Ma dietro la paura, c’è un bisogno profondo: il bisogno di compagnia, di storie e avventure, di incontri. È compito di un’osteria creare un’atmosfera in cui le persone possano soddisfare questo bisogno. La versione più estrema è l’ostello indiano per i pellegrini, o il caravanserraglio persiano. Lì le persone mangiano, si incontrano, dormono, parlano, fumano e bevono in uno spazio grande, protette dal pericolo dalla loro compagnia reciproca e intrattenute dalle avventure e dalle storie degli altri.
    L’ispirazione per questo modello è venuta dalla descrizione dell’ostello indiano per i pellegrini di Gita Shah, in The Timeless Way of Building:
    In India, ci sono molte di queste osterie. C’è un cortile dove le persone si incontrano, un luogo da un lato del cortile dove mangiano, e anche su questo lato c’è la persona che si occupa dell’ostello, e sugli altri tre lati del cortile ci sono le stanze: davanti alle stanze c’è un portico, magari con un gradino in più rispetto al cortile, profondo circa dieci piediPiede 0,3048 m (304,8 mm), con un altro gradino che porta alle stanze.

    Durante la serata tutti si incontrano nel cortile, parlano e mangiano insieme – è molto speciale – e poi di notte dormono tutti nell’arcade, in modo da dormire tutti insieme intorno al cortile. E ovviamente, la dimensione è cruciale. L’atmosfera deriva principalmente dal fatto che le persone che gestiscono il luogo vivono lì e trattano l’intera locanda come la propria casa. Una famiglia non può gestire più di 30 camere.

    Il cuore della convivialità è l’area centrale, dove tutti possono incontrarsi, parlare, ballare e bere – AREE COMUNI AL CENTRO (129), BALLARE IN STRADA (65), e BIRRERIA (90). Fornire l’opportunità per il mangiare comunitario, non un ristorante, ma cibo comune attorno a un tavolo comune – MANGIARE COMUNITARIO (147); e, oltre alle stanze individuali, ci sono almeno alcune aree dove le persone possono sdraiarsi e dormire in pubblico senza paura – DORMIRE IN PUBBLICO (94), DORMIRE COMUNE (186). Per la forma complessiva dell’osteria, dei suoi giardini, del parcheggio e dei dintorni, inizia con COMPLESSO EDIFICIO (95).


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977

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