È molto probabile che uno spazio pubblico senza un centro lo faccia restare vuoto. 

quindi:

Tra i percorsi naturali che attraversano una piazza pubblica o un cortile o un pezzo di terra comune scegli qualcosa da collocare all’incirca nel mezzo: una fontana, un albero, una statua, una torre dell’orologio con sedili, un mulino a vento, un palco per l’orchestra. Rendilo qualcosa che dia un forte e costante impulso verso la piazza, attirando la gente verso il centro. Piazzalo esattamente dove cade tra i sentieri; resisti all’impulso di metterlo esattamente nel mezzo.
  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Abbiamo discusso del fatto che le persone tendono a occupare posizioni che le proteggono, in parte, alle spalle – HIERARCHY OF OPEN SPACE (114), e del modo in cui questo fatto tende a far crescere l’azione intorno al bordo delle piazze pubbliche – ACTIVITY POCKETS (124), STAIR SEATS (125). Se lo spazio è molto piccolo, non c’è bisogno di niente oltre al bordo. Ma se c’è un’area ragionevole al centro, destinata all’uso pubblico, sarà sprecata a meno che non ci siano alberi, monumenti, sedili, fontane – un luogo dove le persone possono proteggere le loro spalle, così facilmente come possono fare intorno al bordo. Questo motivo per posizionare qualcosa approssimativamente al centro di una piazza è ovvio e pratico. Ma forse c’è un istinto ancora più primitivo in gioco.
    Immagina un tavolo vuoto nella tua casa. Pensa al potere dell’istinto che ti dice di mettere una candela o una ciotola di fiori al centro. E pensa al potere dell’effetto una volta fatto. Ovviamente, è un atto di grande importanza; eppure chiaramente non ha niente a che fare con le attività sul bordo o al centro.

    Apparentemente l’effetto è puramente geometrico. Forse è il semplice fatto che lo spazio del tavolo ha un centro, e il punto al centro organizza lo spazio intorno ad esso, lo rende chiaro e lo mette approssimativamente a riposo. La stessa cosa accade in un cortile o in una piazza pubblica.

    Forse ciò è correlato all’istinto del mandala, che trova in qualsiasi figura centralmente simmetrica un potente recipiente per sogni, immagini e congiunzioni del sé. Crediamo che questo istinto sia presente in ogni cortile e ogni piazza. Anche nella Piazza San Marco, una delle poche piazze senza un elemento centrale ovvio, il campanile sporge e crea un centro fuori dagli schemi per le due piazze insieme.

    Camillo Sitte, il grande urbanista italiano, descrive l’evoluzione di tali punti focali e la loro importanza funzionale nel suo libro City Planning According to Artistic Principles (New York: Random House, 1965, pp. 20-31). Ma interessantemente, sostiene che l’impulso di centrare perfettamente qualcosa in una piazza sia un “afflizione” dei tempi moderni.
    Immagina la piazza aperta di una piccola città di mercato in campagna, coperta da una profonda neve e solcata da diverse strade e sentieri che, plasmati dal traffico, formano le linee naturali di comunicazione. Tra di essi sono lasciati spazi irregolarmente distribuiti intatti dal traffico…
    Proprio su questi luoghi, non disturbati dal flusso dei veicoli, si ergono le fontane e i monumenti delle antiche comunità…

    Collega i diversi “qualcosa” tra loro con il sistema di percorsi – PERCORSI E METE (120). Essi possono includere LUOGHI ELEVATI (62), DANZA PER LE STRADE (63), POZZE E TORRENTI (64), STANZA ALL’APERTO PUBBLICA (69), ACQUE FERME (71), LUOGHI CON ALBERI (171); assicurati che ognuno abbia un SEDERSI SUL MURETTO (243) intorno ad esso.


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977


    Firenze, Piazza S. Spirito
    Firenze, Piazza S. Spirito

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