Pattern Classici

Analisi delle possibilità compositive dei pattern dell'architettura classica.

Ci sono pattern classici? L’intera cultura classica si basa su pochi semplici pattern. E l’architettura di conseguenza. Torniamo al dilemma di Brunelleschi e verifichiamo la sua ipotesi: colonne, paraste, archi, capitelli, volte, cupole. E muratura, naturalmente. Questi elementi dovrebbero bastare per comporre lo spazio. Ma come verificarlo? Cosa di meglio di un tool generativo per immagini? Ho usato Leonardo Ai.
Con un semplice prompt, iniziamo a girare per una architettura “classica” virtualizzata e ricostruita e gliel’ho chiesta io un po’ ridondante e scenografica. Giusto un poco. Siedo rilassato e sogno la mia casa ideale: dove muoversi a proprio agio, dove trovare uno spazio ad ogni cosa. Diceva il Principe di Salina che una casa di cui si conoscono tutte le stanze non merita di essere abitata. Ecco. Me la vedo un po’ così.

la mattina a colazione

Sono estasiato dal fatto che, non richiesto, abbia prodotto questa citazione dalla Domus Aurea, e proprio dal salone centrale dei banchetti.

La totale ignoranza del linguaggio classico da parte del modello generativo lo induce ad una composizione “a orecchio” piena di errori. Ma linguisticamente funziona? Direi proprio di si. Questa sequenza di spazi distributivi ne è un buon esempio: qualche allucinazione di soppiatto genera una vibrazione percettiva.

Tentare di dare una forma a un tale edificio, utilizzando viste esterne, è stato deludente. Forse il prompt non era abbastanza dettagliato (?) o forse il modello è quello che è. Mostro solo due esempi della banalità delle risposte e tralascio la pletora di palazzine senza cuore. E poi l’aria Beaulieu Sur Mer della seconda palazzina non mi dispiace affatto, ma in ben altro contesto, non in questo sogno.

E ora facciamo un giro della casa. Sugli interni il modelllo si è riscattato, con qualche aiutino. Prima con delle intriganti immagini di sapore eclettico e poi con una serie ineccepibile di interni databili stilisticamente tra la fine del 600 e l’inizio del 700. E’ interessante che i vari modelli e sub-modelli di Leonardo Ai producano stili di epoche diverse decisamente omogenei ed io ho scelto queste di primo Settecento per mio gusto personale e per amore delle penombre.

Per finire, gli scarti migliori.

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